giovedì 16 aprile 2020

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IL GIGLIO
(di Logos e Pathos)



Al Logos ch'è luce e verbo io dico

- pensiero e parola siano d'aiuto -:

tu illumini come Sole mio amico

la verità per l'essere canuto;

tu, mente cosciente, mia intelligenza

di Dio padre più feconda semenza.


Al Pathos ch'è fuoco e pianto e pur riso

- amore e espressione non m'abbandonino -

grido: tu accalori e contrai il mio viso

di sentimenti che al cuore si donino;

ché fondo inconscio e prepotente istinto

di Natura madre l'animo han vinto!


A voi, Logos e Pathos, entrambi

io chiedo: giammai conviver potrete

in pace nei vostri continui scambi

d'adulto e bambino; viver saprete

imitando la bellezza del giglio

che cresca su un orizzonte vermiglio?

*
Commento:

Una poesia questa, in tre stanze di sestine liriche rimate in endecasillabi, che sa di commiato alla questione eterna del conflitto tra la Ragione (il logos) e la Passione (il pathos).
La Ragione illuminata in senso proprio è ambiguamente pensiero e parola - giacché non sussiste pensiero alcuno che sia slegato dalle parole con cui si esprime -, e viene rappresentata dal Sole in quanto simbolo di verità: quello è appunto lo scopo del logos, di giungere al vero. Allo stesso tempo, Ragione vuol dire coscienza, ed intelligenza, caratteristiche non soltanto umane, ma bensì pure divine. Il Dio padre creatore è infatti definito anch'egli come Mente razionale che presiede al tutto e lo governa. 
La Passione ardente è innanzitutto amore e espressione (non espressione verbale, ma piuttosto espressione non-verbale degli stati d'animo), che dà luogo a quei sentimenti supremi che invadono il cuore di chi li prova. In opposizione all'altro principio, essa è qualcosa di inconscio, un elemento emotivo e desiderante - mentre l'altro appare quale azione intenzionale e volontà - che incarna la spontaneità dell'istinto, ovvero della Natura madre di tutti gli esseri. 
Chiedo allora a queste due Divinità, che sono presenti in ogni uomo come motivazioni e cause dei suoi comportamenti, simili a Apollo e Dioniso: potranno mai unirsi perfettamente e amalgamarsi, assieme procedendo verso una medesima direzione, come un saggio adulto che guidi il proprio bambino, e un bambino che vivifichi e ringiovanisca l'adulto che gli fa da guida? Perché la vita degli esseri umani sia paragonabile a quella di un fiore che sbocci nella sua infinita bellezza, presago di un radioso futuro. 

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