LA SOLITUDINE
Solitudine è un'ombra
perenne che si staglia
buia, oltre le membra;
è una lama che taglia
il ventre e sì lo smembra
da non lasciarne maglia
che sia di sangue sgombra:
è un vuoto o un'avvisaglia
di ciò che manca. Sembra
che la luce ch'abbaglia
il mondo, come d'ambra
i nostri corpi incaglia
in quel nero che adombra
gli umori e come paglia
brucia, e duole l'alma.
Ferisce e non perdona
questa fiamma mai doma;
l'assenza che disarma.
*
Commento:
Un interessante esperimento in settenari che alterna rime a consonanze, per concludersi con quattro versi sciolti. Il tema è uno degli oggetti delle mie più grandi e ataviche (prima inconsce, ora coscienti) paure: la solitudine.
Paragono la mia solitudine a un ombra oscura, poi a una lama tagliente; a un vuoto interiore e a una intima mancanza: si tratta di metafore molto forti, in un certo qual modo fosche e tetre, che incarnano tutto il mio orrore. Tanto da sembrare, affermo, che la luce stessa del mondo ci tenga imprigionati in quel nero spaventoso che intristisce l'animo e gli fa provare il dolore. Come un fuoco mai spento - l'assenza di compagnia: di amicizia o di amore - che bruci senza pietà ciò che l'uomo possiede di più importante e valoroso.
In tal modo esorcizzo il sentimento negativo che mi pervade e avvilisce, attraverso la Poesia che sempre sa rincuorare e rallegrare.
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