martedì 17 marzo 2020

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LA SOLITUDINE



Solitudine è un'ombra

perenne che si staglia

buia, oltre le membra;

è una lama che taglia

il ventre e sì lo smembra

da non lasciarne maglia

che sia di sangue sgombra:

è un vuoto o un'avvisaglia

di ciò che manca. Sembra

che la luce ch'abbaglia

il mondo, come d'ambra

i nostri corpi incaglia

in quel nero che adombra

gli umori e come paglia

brucia, e duole l'alma.

Ferisce e non perdona

questa fiamma mai doma;

l'assenza che disarma. 

*
 Commento:

Un interessante esperimento in settenari che alterna rime a consonanze, per concludersi con quattro versi sciolti. Il tema è uno degli oggetti delle mie più grandi e ataviche (prima inconsce, ora coscienti) paure: la solitudine.
Paragono la mia solitudine a un ombra oscura, poi a una lama tagliente; a un vuoto interiore e a una intima mancanza: si tratta di metafore molto forti, in un certo qual modo fosche e tetre, che incarnano tutto il mio orrore. Tanto da sembrare, affermo, che la luce stessa del mondo ci tenga imprigionati in quel nero spaventoso che intristisce l'animo e gli fa provare il dolore. Come un fuoco mai spento - l'assenza di compagnia: di amicizia o di amore - che bruci senza pietà ciò che l'uomo possiede di più importante e valoroso. 
In tal modo esorcizzo il sentimento negativo che mi pervade e avvilisce, attraverso la Poesia che sempre sa rincuorare e rallegrare.  

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