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INSIEME NOI SIAMO

(nell'avvampare)

Quando insieme noi siamo, padre Tempo

inesorabile ferma i suoi passi

e immobile un corso d'acqua che scorre

divien nell'alveo profondo del mondo.

Quando insieme siamo, ogni evenienza

d'ostacolo o d'incertezza ammantata

e ansie, e turbamenti, e paure

svaniscono nei meandri del nulla

il nulla ch'è vuota essenza del Tutto.

Quando noi apriam le bocche, per scagliare

parole come frecce alla lor preda

e d'abbracci saziamo i caldi corpi

petto su petto, arto su arto uniti

e pur le lingue umide intrecciamo

congiunte saldamente nostre labbra

- 'ché fame e sete abbiamo l'un dell'altro -

allor spontanea ogni cosa fluisce

serena a rasserenar belle anime

quell'anime d'onesta bontà intrise.

Quando vicini siamo, dolce Mari

avvampa sontuoso il fuoco che ho dentro:

me e te vuol bruciare in unica fiamma

di passione, e volontà in piacere

estremo tramuta, nell'avvampare. 

*

Commento:

Ebbi una delle mie numerose e brevi relazioni una volta, con una donna un poco squilibrata per cui avevo decisamente perso la testa. Questa poesia in endecasillabi sciolti è il frutto del mio amore per lei, seppure si trattava di un amore infantile; di una scelta copionale.
Ogni uomo, nella sua esistenza, segue quello che gli psicologi transazionalisti chiamano "copione", una sorta di canovaccio inconscio già scritto nell'infanzia, dettato dalla soddisfazione di desideri e dalla ricerca di emozioni che sperimentammo nella nostra educazione quando eravamo bambini. Non necessariamente, ed anzi molto spesso è il contrario, tale copione ha un influsso benefico sul nostro animo. Quando in terapia indagai le motivazioni dei miei dolori dovuti alle sventure amorose, scoprii, ad esempio, che il mio copione mi portava continuamente a innamorarmi di donne di fronte alle quali io ero in difetto: ragazze egoiste, capricciose, immature, incapaci di dare se stesse completamente come io davo loro me stesso; femmine che non corrispondevano mai appieno i miei doni di passione. Questo squilibrio della coppia dato dalla mancanza di parità nel donare amore all'altro, mi ha sempre portato a provare insicurezza, e sofferenza, e ciononostante solo questo tipo di donne, a cui mi asservivo totalmente in una dipendenza emotiva, mi facevano provare quel forte sentimento che mi convinceva a reputare necessaria la loro presenza nella mia vita, quasi in un bisogno masochista di instabilità e di pena. Tutto ciò era dovuto, forse, alla mia mancanza di autostima, che non mi permetteva di concepire me stesso come meritevole di persone che mi rendessero indietro quell'amore intero che adesso bramo.
Fuoriuscire dal copione, anche una volta che lo si sia individuato e reso cosciente, non è affatto semplice. Vi è sempre il rischio di ricaderci, poiché il sentimento, istintivamente, tende a volgersi a quel tipo di personalità che tanto ci fanno del male, in una sorta di destino ineluttabile. Serve molto autocontrollo; molta consapevolezza e molta ragione per vincere questo istinto perverso. Stavolta non mi era riuscito, e mi innamorai della più instabile e problematica delle donne: com'era bello parlare con lei! essere ascoltato ed ascoltarla. E quanto era passionale nell'intimità! tutta un fuoco accalorante, e del fuoco io sento di aver strenuo bisogno in amore. Ma mostrava, pure, principi di bipolarismo nei cambiamenti repentini di umore e di decisione, ipocondria nel timore delle più impensabili malattie, paranoie e atteggiamenti ossessivi dati da una gelosia fuori luogo, mitomania nell'inventare storie crudeli per punirmi. Troncai ben presto la relazione per sopravvivenza, mio malgrado, e nonostante quello che ancora provavo per lei.
Ho imparato infatti a chiudere, contro la volontà più profonda, i rapporti insani, una volta accortomi di averne instaurati, per evitare circoli viziosi e situazioni penose immutabili che si protraggono poi all'infinito.