CIÒ CHE MOSTRI
(Di verdi prati
notturni)
Ciò che mostri non è il corpo, non l'anima
bella dai fianchi possenti, dal seno
prospero e il ventre fecondo materno;
non è l'anima o il corpo che tu mostri
cicala di verdi prati notturni
bensì di libertà la forza estrema
e di passione la sensuale ebbrezza
che affama, asseta i cuori e le menti
legandoli in vago incanto d'amore.
Ciò che mostri è essenza di libertà
bella mia. Ma la dolcezza è quello
- buona e onesta dolcezza, di premure
ammantata -, quello che non mostrando
doni alla mano mia fremente. Freme
di afferrarti, con veemenza toccarti
per quell'unione che bramo, che brami
ognora nei giorni che vanno e vengono.
E di tale essenza saggiar possesso:
che sia ben saldo, e sì duraturo
da star quale accogliente focolare
in quieta, calda, serena dimora.
*
Commento:
Questa poesia fu scritta per una donna, della quale sono tuttora amico, con cui ebbi, proprio a Zacinto, una breve avventura. Provai a stare con lei, che mi voleva, ma, oltre al sesso e all'ebbrezza estiva del desiderio, non trovai stimoli; dunque la lasciai per onestà, perché il mio cuore non batteva come il suo.
Sono endecasillabi sciolti che indicano, comunque, la presenza di un affetto o sentimento nei suoi confronti: ciò che di lei mi colpiva non era l'anima sottile o il corpo carnoso, bensì (la paragono a una cicala come da suo soprannome donatole dal nostro comune migliore amico) la libertà passionale e piena di vigore nel vivere, come fosse una femmina mascolina sempre in cerca di intense emozioni, di cui la sua mente e il suo cuore si nutrono come di cibo essenziale. Ma, oltre alla libertà e alla passione del suo spirito, furono, soprattutto, la bontà d'animo, e l'onestà nel parlare e nel mostrarsi a colpirmi. Se di fuori, nell'apparenza, dava l'impressione di essere una donna forte e indipendente, di dentro la sua realtà più vera, più profonda, indicava invece una grande premura, e una estrema dolcezza, quasi materna, a volte servile, nella relazione, in una sorta di dipendenza scelta nei confronti di chi l'avesse amata.
Ebbene, a quel tempo ero in vacanza, da solo, in una splendida cittadina d'Italia - tra le più belle - e durante una delle mie cene in solitaria scrissi appunto questi versi. Sentivo ancora attrazione, perlomeno fisica, per lei, e agognavo a reincontrarla per poter soddisfare la mia voluttà. Che fu, infine, mero possesso, ma non saldo né duraturo. Eppure, se anche per un breve periodo, ebbi la sensazione che si prova in una casa di campagna, di fronte al calore notturno del fuoco di un camino.
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