martedì 24 marzo 2020

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CIÒ CHE MOSTRI
(Di verdi prati notturni)



Ciò che mostri non è il corpo, non l'anima

bella dai fianchi possenti, dal seno

prospero e il ventre fecondo materno;

non è l'anima o il corpo che tu mostri

cicala di verdi prati notturni

bensì di libertà la forza estrema

e di passione la sensuale ebbrezza

che affama, asseta i cuori e le menti

legandoli in vago incanto d'amore.

Ciò che mostri è essenza di libertà

bella mia. Ma la dolcezza è quello

- buona e onesta dolcezza, di premure

ammantata -, quello che non mostrando

doni alla mano mia fremente. Freme

di afferrarti, con veemenza toccarti

per quell'unione che bramo, che brami

ognora nei giorni che vanno e vengono.

E di tale essenza saggiar possesso:

che sia ben saldo, e sì duraturo

da star quale accogliente focolare

in quieta, calda, serena dimora. 

*
Commento:

Questa poesia fu scritta per una donna, della quale sono tuttora amico, con cui ebbi, proprio a Zacinto, una breve avventura. Provai a stare con lei, che mi voleva, ma, oltre al sesso e all'ebbrezza estiva del desiderio, non trovai stimoli; dunque la lasciai per onestà, perché il mio cuore non batteva come il suo. 
Sono endecasillabi sciolti che indicano, comunque, la presenza di un affetto o sentimento nei suoi confronti: ciò che di lei mi colpiva non era l'anima sottile o il corpo carnoso, bensì (la paragono a una cicala come da suo soprannome donatole dal nostro comune migliore amico) la libertà passionale e piena di vigore nel vivere, come fosse una femmina mascolina sempre in cerca di intense emozioni, di cui la sua mente e il suo cuore si nutrono come di cibo essenziale. Ma, oltre alla libertà e alla passione del suo spirito, furono, soprattutto, la bontà d'animo, e l'onestà nel parlare e nel mostrarsi a colpirmi. Se di fuori, nell'apparenza, dava l'impressione di essere una donna forte e indipendente, di dentro la sua realtà più vera, più profonda, indicava invece una grande premura, e una estrema dolcezza, quasi materna, a volte servile, nella relazione, in una sorta di dipendenza scelta nei confronti di chi l'avesse amata. 
Ebbene, a quel tempo ero in vacanza, da solo, in una splendida cittadina d'Italia - tra le più belle - e durante una delle mie cene in solitaria scrissi appunto questi versi. Sentivo ancora attrazione, perlomeno fisica, per lei, e agognavo a reincontrarla per poter soddisfare la mia voluttà. Che fu, infine, mero possesso, ma non saldo né duraturo. Eppure, se anche per un breve periodo, ebbi la sensazione che si prova in una casa di campagna, di fronte al calore notturno del fuoco di un camino.

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