lunedì 13 aprile 2020

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ALLA FRATELLANZA
(Poesia rossa)


Voi che pregate un Dio nascosto e austero
che vi salvi dai mali e da disgrazie
inevitabili, e le sue grazie
volete conquistar come levriero

che corra e salti e omaggi il suo padrone
per elemosinarne affetto e onore:
non rammentate che gioia e dolore
d'ogni anima son propri nell'agone?

Ch'è lotta sanguinaria questa vita
ma non tra uomo e uomo; è una gara
ove non v'è vittoria per chi è solo.

E soli non siamo, poiché c'aita
il fratello, tende la mano amara
e nel far bene v'è pur sempre dolo.

Ebben, sorella santa dei mortali
a te rivolgo il canto mio tonante:
sei bella come nuvola distante
che lanci su dal cielo i propri strali.

La specie è ciò che unisce e fa comune
delle diversità che noi mostriamo
e sempre esseri umani è ciò che siamo
quand'anche l'egoismo spegne il lume

della ragione. Cheti non staremo
quando i dettami alcuni violeranno
d'umanità; quando rancori vani

gli amici scinderanno. Torneremo
se i tuoi nemici ti violenteranno
ad invocar Natura che risani.

*
Commento:

L'ultima delle tre poesie, un doppio sonetto in endecasillabi a rima incrociata, con qualche verso in più, numericamente parlando, delle precedenti, è dedicato alla fratellanza.
Gli uomini, si dice, pregano Dio, ma non per lodarlo e ringraziarlo in gioia, bensì, egoisticamente, per chiedergli di preservarli dal male o di salvare le loro anime peccatrici; tra questi "fedeli", molti cercano di conquistare essi stessi la grazia divina obbedendo ciecamente come schiavi a precetti morali infondati, come facendo a gara a chi si umili di più. Eppure, in tali comportamenti non vi è mai il pensiero per l'altro, bensì solo per se medesimi: tutti noi però siamo fratelli in una esistenza condivisa, in cui partecipiamo parimenti della gioia e del dolore che costellano la vita. L'unico modo per sopravvivere a queste emozioni, è combattere non l'uno contro l'altro in una competizione egoistica, bensì insieme contro un Fato spesso avverso, a sostentarci l'un l'altro.
La fratellanza è una donna santa, in quanto - seppur così lontana oggi dalle nostre intenzioni meschine che ci dividono - unisce uomo a uomo al di là delle distinzioni di genere sessuale, varietà biologica, etnia; al di là dei corpi, delle tradizioni, delle culture e delle religioni, elementi non essenziali quanto invece il principio di umanità, principio che altro non è se non un evidente e incontestabile fatto di natura.

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