ALL'UGUAGLIANZA
(Poesia bianca)
Nel tuo volto ogni volto si rispecchia
come su specchio limpido di mare
sposa d'ognuno, che mai non invecchia
ma sempreverde e giovanile appare
e alletta dei paesi i desideri
sino a ottenerne presto il benestare.
Degli uomini gli aneliti più veri
saggiamente guidi, guida sicura
incurante dei poteri che ieri
essiccavano l'umida frescura
dei prati di cui umile t'ammanti
- eleganti vesti -; e la premura
tua è di regalare ai pochi e ai tanti
la parità che è propria degli invitti
quell'equità che rende grati e aitanti
quando dispensa i beni ed i diritti.
Ma autorità minacciano sovente
i generosi doni. Sono scritti
essi su carta con parol veemente
che delle idee possiede la baldanza
a discacciar nemici immantinente:
così mantien la musica e la danza
che ariosi suoni e balli qui apparecchia
in quella legge tua che è l'abbondanza.
*
Commento:
La seconda poesia della serie, in terzine di enedecasillabi incatenate, è dedicata all'ideale di uguaglianza.
Anch'essa la immagino come una giovane donna, il cui volto faccia da specchio all'umanità: ognuno in essa vede se stesso, ma non se stesso in quanto persona distinta, bensì se stesso in quanto essere umano, e per questo affermo che lei è moglie di tutti gli uomini indistintamente (maschi e femmine).
Ella risveglia, alla sola vista, i desideri più veri e profondi; quelli che sono propri della natura umana in quanto tale: la volontà politica di libertà, di diritti riconosciuti, di giustizia. Sono doni che storicamente furono scritti su Carte legali, dopo secoli di battaglie popolari, portate avanti in tutto il mondo civilizzato come stimolo e motore per il progresso sociale, nonostante i tanti, reazionari e autoritari nemici che hanno tentato di impedire, e tuttora cercano di impedire, tale sviluppo progressivo inevitabile dell'umanità, senza poter riuscire mai a fermarlo.
Ma quelle Carte stanno lì come documenti fondamentali, a ricordare che vi è ricchezza solo laddove vi sia equità.
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