domenica 5 aprile 2020

...


CIÒ CHE VERRÀ


Che cosa verrà domani
tra ardenti speranze inani
e tra i terrori inespressi
che attanagliano repressi
il mio animo estenuato
ch'è indigente, ch'è sfiancato
dall'andare alla deriva
su profonde acque inquiete
che furon di chi partiva
bramando lontane mete?
Queste da crudele diva
vennero fatte segrete
e quind'io non le raggiunsi.
Fitta nebbia è in ogni dove;
cruda la sorte che muove
- fra le molte assurde prove
lento verso lande nuove -
la mia persona. Mai giunsi
laddove volli che fossi.
Eppure ora qui mi sdraio
su sterminato deserto:
adesso, disperso, sento
crollare il mio mondo intorno
senza potere salvarlo.

*
Commento:

Un altro anno è passato e, come sempre, a inizio di quello successivo mi trovo a fare una sintesi del precedente, o somma di ciò che è stato, quasi per prevedere ciò che sarà in futuro. 
La classica struttura con rime di tutti e tre i tipi, ma portando i versi legati di ogni blocco da quattro a sei, e con gli ultimi versi sciolti come di mia preferenza - stavolta servendomi di ottonari, sillabazione desueta -, mi serve per esprimere tutta l'inquietudine interiore del mio animo, per le cose che ho perso nell'anno appena scorso, e che non so se potrò riacquistare nel nuovo che sta per venire. Che cosa ho perso? Entrambi l'amore e il lavoro, entrambi per mia propria decisione, in quanto mi sentivo da loro inappagato (un amore non pienamente compiuto, quale io lo percepivo e concepivo, con una ragazza poco matura, e un lavoro non stimolante e poco remunerato, per cui non valeva la pena restare), e per i quali non ho voluto continuare a tentare, dopo anni passati ad accontentarmene senza poter mutarne i contenuti.
Vi è un oscillare tra la paura e la speranza, dove però è la prima a prendere il sopravvento. Ora che non appare più una terraferma su cui sostenermi e poggiare i piedi, vado alla deriva come in un mare senza appigli, portato dalle onde del caso, troppo privo di forze per riuscire a riprendere una direzione. Tutti i miei obiettivi sono falliti: non ho più nulla, e non vedo nulla all'orizzonte; è un momento buio della mia esistenza, un momento di incertezza in cui non so cosa fare.
L'immagine si trasforma in quella, simile, di un deserto sterminato e senza sentieri da percorrere. Mi sdraio sulla sabbia, come rassegnato al mio destino, impotente: così si conclude questa angosciosa poesia. Ma è solo un nuovo inizio.
  
 

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