mercoledì 8 aprile 2020

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Placido è il mare
quest'oggi. Dagli scogli
dell'Io traspare.

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Commento:

Un haiku è sempre una goccia in un mare di sensazioni. Mi è difficile descrivere le impressioni del mio animo che mi portarono a stendere questi tre versi, semplici ma lodevoli. 
Non avevo un lavoro e, nell'incertezza di una condizione precaria, che mi crucciava, finii per abituarmi all'incerto, sopportandolo quietamente, senza eccessivi turbamenti. L'amore era venuto improvviso come un'alba che non si attenda, a donarmi calore con la luce del suo Sole. In fondo, un uomo come me non ha bisogno d'altro che questo: d'essere abbracciato, nella passione, dai sentimenti di una donna meritevole. Io per la prima volta la trovai come per caso, e per la prima volta il mio amore era pienamente ricambiato; pienamente appagato. 
Ora, per questo non vi erano troppe preoccupazioni in me quel giorno, e la tranquillità che portavo voleva scriverla in una piccola poesia. Ma da che derivava quella pacatezza? Non soltanto da fattori esterni, ma, certamente, dall'interno del mio Io: un Io che finalmente, dopo anni di duro lavoro di analisi su me stesso e di indagine e meditazione profonda sopra la mia psiche, mi era noto in tutto e per tutto, appunto come un mare trasparente, che non celi nulla al di sotto della sua superficie. Il fluido inconscio era emerso sino alla dura coscienza, e la coscienza aveva benedetto l'inconscio per una salda e duratura alleanza.

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