LA SCONOSCIUTA
Amata mia che stai
dietro un angolo buio
lì negli antri del Caso
- chissà dove, e quando
io mai potrò trovarti -;
tu che infelice sogni
l'amore che non hai
e mente e corpo d'uomo
desideri, e voglia
d'intimità ti sale
lungo le curve e i seni
e le natiche e i fianchi
bei morbidi tendaggi
(e le mani tue bramano
stringere, afferrare
e i tuoi piedi sogliono
cercare ormai altre terre);
lungo le labbra in alto
in fiumi di parole
romantiche espressioni
e in basso pur nei flutti
schiumosi di lussuria
così ardente passione:
ecco, tu è me che attendi
sconosciuta visione
per abbracciarci in lode
dal mattino alla sera
e in amore congiungerci
sino infine a morire.
sino infine a morire.
*
Commento:
In settenari sciolti qui invece racconto di una donna che, a quel tempo, non avevo ancora conosciuta. Trovo piuttosto curioso il fatto che questa poesia fu, col senno di poi, un preludio a ciò che di lì a breve sarebbe avvenuto: incontrare cioè l'amore...
Questa mia amata era, per ora, solamente un parto della mia immaginazione. La immaginai infatti nascosta in un luogo non ancora in luce, ad attendermi come io l'attendevo. Il caso un giorno, questo signore potente del mondo, ci avrebbe fatti in qualche modo incontrare, contentando entrambi i nostri animi stanchi della solitudine; riscattando l'infelicità di chi, come noi, viveva senza passione, senza poter soddisfare il forte desiderio dello spirito e del corpo di un altro, la sensualità della sua carne e l'attrazione della sua intelligenza parimenti.
Poiché l'amore è lode reciproca di mente, anima e corpo, e unione dei due nell'Uno, per fare un Io soltanto, dissolvendo infine i singoli egoismi individuali nella coppia, in una morte che ha tutto il senso della rinascita.
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