mercoledì 1 aprile 2020

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LA SCONOSCIUTA



Amata mia che stai

dietro un angolo buio

lì negli antri del Caso

- chissà dove, e quando

io mai potrò trovarti -;

tu che infelice sogni

l'amore che non hai

e mente e corpo d'uomo

desideri, e voglia

d'intimità ti sale

lungo le curve e i seni

e le natiche e i fianchi

bei morbidi tendaggi

(e le mani tue bramano

stringere, afferrare

e i tuoi piedi sogliono

cercare ormai altre terre);

lungo le labbra in alto

in fiumi di parole

romantiche espressioni

e in basso pur nei flutti

schiumosi di lussuria

così ardente passione:

ecco, tu è me che attendi

sconosciuta visione

per abbracciarci in lode

dal mattino alla sera

e in amore congiungerci

sino infine a morire.

*
Commento:

In settenari sciolti qui invece racconto di una donna che, a quel tempo, non avevo ancora conosciuta. Trovo piuttosto curioso il fatto che questa poesia fu, col senno di poi, un preludio a ciò che di lì a breve sarebbe avvenuto: incontrare cioè l'amore...
Questa mia amata era, per ora, solamente un parto della mia immaginazione. La immaginai infatti nascosta in un luogo non ancora in luce, ad attendermi come io l'attendevo. Il caso un giorno, questo signore potente del mondo, ci avrebbe fatti in qualche modo incontrare, contentando entrambi i nostri animi stanchi della solitudine; riscattando l'infelicità di chi, come noi, viveva senza passione, senza poter soddisfare il forte desiderio dello spirito e del corpo di un altro, la sensualità della sua carne e l'attrazione della sua intelligenza parimenti.
Poiché l'amore è lode reciproca di mente, anima e corpo, e unione dei due nell'Uno, per fare un Io soltanto, dissolvendo infine i singoli egoismi individuali nella coppia, in una morte che ha tutto il senso della rinascita.

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