DEGLI ULTIMI
Per gli indifesi e gli indigenti
per gli umiliati e offesi
per coloro che sempre fuggono
dal male del mondo
e si rattristano
piangendo nelle notti austere;
per i criminali
dal senso di colpa braccati
caccia mortale (morte
dell'anime loro)
e per gli invisi al volgo
che prematuramente giudica
l'ingiudicabile
per i poveri oppressi
da chiunque spregiati;
per gli immigrati e gli stranieri
perduti in patrie sconosciute, ostili
per i negri, gli ebrei
gli zingari d'ogni paese
e i comunisti
- andate, andate
laddove vi portan le ali -;
per le donne e i bambini
gli anziani che molto sanno
e gli abbandonati tutti
orfani, e senzadio;
per i partigiani e tutti quelli
che in qualche modo, di giorno in giorno
resistono, Palestinesi o Curdi
e Catalani e indigeni
e ogni altro popolo che d'indipendenza
abbia come d'acqua sete;
per voi tutti, oh uomini
è questo canto mio
libero di versi, sciolto dai lacci
del Potere.
Per tutti i diversi
i deboli e ineguali
da ingiustizia vessati
per le minoranze indistinte
gli islamici furenti,
e i bonzi del Tibet montuoso;
per i drogati, i depressi, i deviati
dalla retta via morale
per gli omosessuali
vite traboccanti
e i senzatetto, barboni e bastardi;
per gli sfruttati del lavoro
le prostitute, bellezze cadenti
per gli affamati d'Africa e i prigionieri
del sud profondo della Terra;
per i malati nel corpo e nella mente
i travagliati, i folli
disabili e mutilati in guerra
e per gli strenui idioti
e gli adorabili ingenui
cancri d'ogni società
di ieri e oggi; per voi
martiri e sofferenti intono
un inno alla futura gioia
foriero di esultanti illusioni.
Che sia l'universo intero
a servirvi, servitori
d'un'epoca mai goduta:
non buoni o malvagi
ma vittime d'un crudele destino
di cupa condanna.
E gli schiavi si rivolteranno
un giorno, pionieri
risorgeranno i morti alla vita.
E nei cieli come lucenti stelle
splenderanno infine i sorrisi
di bocche che sino ad ora
giammai furono aperte.
*
Commento:
Finalmente un componimento in versi, non semplicemente sciolti, bensì liberi in tutto e per tutto. Liberi in quanto, sì, privo di conteggio sillabico e scritti in un certo senso a orecchio; ma anche in quanto versi di una poesia contro il Potere, inteso in senso strettamente politico.
L'idea era quella di raccogliere in un elogio tutte quelle categorie sociali che in qualche modo risultano, nella nostra società Occidentale - di matrice cristiano-capitalistica - emarginate e bistrattate, quasi fossero straniere in un mondo che non le vuole, che non desidera la loro presenza ed esistenza. Ho lavorato per associazioni mentali e memoria, tentando di non escludere nessuna classe sociale. E, in effetti, questa può essere considerata come una poesia di lotta di classe, ma in maniera generalizzata, nell'unione di tutte quelle genti che, per un motivo o per un altro, vengono dette diverse. Al di là del valore intrinseco della poesia, sono molto fiero di averla scritta, e del contenuto di umanità universale di cui si fa portatrice.
L'augurio è quello di vedere un giorno realizzato il sogno di una comunità globale più giusta, che possa essere inclusiva e non invece esclusiva com'è attualmente. Una comunità fondata da una rivoluzione, ovvero un ribaltamento di valori per cui i diversi assurgano al rango di normali, reclamando il proprio diritto alla vita e al benessere di cui noi tutti, privilegiati, godiamo.
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