giovedì 2 aprile 2020

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DEGLI ULTIMI



Per gli indifesi e gli indigenti

per gli umiliati e offesi

per coloro che sempre fuggono

dal male del mondo

e si rattristano

piangendo nelle notti austere;

per i criminali

dal senso di colpa braccati

caccia mortale (morte

dell'anime loro)

e per gli invisi al volgo

che prematuramente giudica

l'ingiudicabile

per i poveri oppressi

da chiunque spregiati;

per gli immigrati e gli stranieri

perduti in patrie sconosciute, ostili

per i negri, gli ebrei

gli zingari d'ogni paese

e i comunisti

- andate, andate

laddove vi portan le ali -;

per le donne e i bambini

gli anziani che molto sanno

e gli abbandonati tutti

orfani, e senzadio;

per i partigiani e tutti quelli

che in qualche modo, di giorno in giorno

resistono, Palestinesi o Curdi

e Catalani e indigeni

e ogni altro popolo che d'indipendenza

abbia come d'acqua sete;

per voi tutti, oh uomini

è questo canto mio

libero di versi, sciolto dai lacci

del Potere.



Per tutti i diversi

i deboli e ineguali

da ingiustizia vessati

per le minoranze indistinte

gli islamici furenti,

e i bonzi del Tibet montuoso;

per i drogati, i depressi, i deviati

dalla retta via morale

per gli omosessuali

vite traboccanti

e i senzatetto, barboni e bastardi;

per gli sfruttati del lavoro

le prostitute, bellezze cadenti

per gli affamati d'Africa e i prigionieri

del sud profondo della Terra;

per i malati nel corpo e nella mente

i travagliati, i folli

disabili e mutilati in guerra

e per gli strenui idioti

e gli adorabili ingenui

cancri d'ogni società

di ieri e oggi; per voi

martiri e sofferenti intono

un inno alla futura gioia

foriero di esultanti illusioni.



Che sia l'universo intero

a servirvi, servitori

d'un'epoca mai goduta:

non buoni o malvagi

ma vittime d'un crudele destino

di cupa condanna.

E gli schiavi si rivolteranno

un giorno, pionieri

risorgeranno i morti alla vita.

E nei cieli come lucenti stelle

splenderanno infine i sorrisi

di bocche che sino ad ora

giammai furono aperte.

*
Commento:

Finalmente un componimento in versi, non semplicemente sciolti, bensì liberi in tutto e per tutto. Liberi in quanto, sì, privo di conteggio sillabico e scritti in un certo senso a orecchio; ma anche in quanto versi di una poesia contro il Potere, inteso in senso strettamente politico.
L'idea era quella di raccogliere in un elogio tutte quelle categorie sociali che in qualche modo risultano, nella nostra società Occidentale - di matrice cristiano-capitalistica - emarginate e bistrattate, quasi fossero straniere in un mondo che non le vuole, che non desidera la loro presenza ed esistenza. Ho lavorato per associazioni mentali e memoria, tentando di non escludere nessuna classe sociale. E, in effetti, questa può essere considerata come una poesia di lotta di classe, ma in maniera generalizzata, nell'unione di tutte quelle genti che, per un motivo o per un altro, vengono dette diverse. Al di là del valore intrinseco della poesia, sono molto fiero di averla scritta, e del contenuto di umanità universale di cui si fa portatrice
L'augurio è quello di vedere un giorno realizzato il sogno di una comunità globale più giusta, che possa essere inclusiva e non invece esclusiva com'è attualmente. Una comunità fondata da una rivoluzione, ovvero un ribaltamento di valori per cui i diversi assurgano al rango di normali, reclamando il proprio diritto alla vita e al benessere di cui noi tutti, privilegiati, godiamo.

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